Social media: quando chi fa da sé fa (ERRORI) per tre.

Della serie “nonvorreimamicostringono“, un altro post un pò, diciamo, stronzetto (ma non così tanto, poi) sull’ennesima azienda locale che cerca di “arrangiarsi” sui Social, lascio a voi commentare con quale risultato.

Si tratta di un negozio di abbigliamento, vende cose carine per un determinato target, non carissimo ma nemmeno a prezzi stracciati.

Ora io capisco che i lunghi pomeriggi senza clienti (e senza scontrini) rappresentino un problema, soprattutto considerando che la stagione sta per finire pur essendo iniziata praticamente da due sole settimane, per via di condizioni meteo disastrose, e che si avvicini l’epoca dei saldi, costringendo a svendere la merce prima ancora di aver avuto il tempo di esporla.

Ma oggi sulla bacheca della titolare del negozio (ancora un profilo personale per una attività, sbagliato, ma pazienza, facciamo finta di non aver visto) è comparso questo:

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Voi capite. Proprio non ce la facevo a starmene zitta. Ecco cosa non va:

1. Punteggiatura!

Non servono due punti esclamativi, uno basta e spesso avanza. Soprattutto in considerazione del fatto che dopo tanta abbondanza per la prima frase, la seconda niente, nemmeno uno straccio di punto fermo. Il nulla.

E poi, ragazza, cosa ti costava andare a capo con quel non? Su, dai.

2. Chi sei?

Le immagini sono il più potente ed immediato strumento di comunicazione sul web, in particolare sui Social: ottengono più likes, più condivisioni, più attenzione.

Aggiungi SEMPRE il logo della tua azienda. Se non disponi delle capacità tecnico-grafiche per inserirlo nell’immagine con risultati decenti, usa una qualsiasi app per scrivere sulle foto e scrivi il nome della tua azienda! In questo modo, oltre a conservare l’immagine, fai in modo che tutti quelli che la vedono, sia direttamente sia come “like” dei loro amici nella cronologia, vedano anche il vostro nome.

Potere del branding, funziona in grande, ma anche in piccolo, sappiatelo.

3. Stai attento/a a cosa scrivi.

Come utente-target ESATTO del negozio in questione, non appena ho letto “non aspettare i saldi” ho pensato: “Ah, e perché, di grazia? In fondo manca poco, non ho cosi fretta, e potrei prendere tra meno di due settimane le stesse cose che prenderei ora, ma con lo SCONTO!” e anche “Eh te credo che mi dici di non aspettare i saldi, vuoi farmi comprare a prezzo pieno, eh, ho capito io, ma…”. Solo per fare due esempi.

La frase ha ottenuto l’effetto OPPOSTO a quello desiderato, senza contare che mi sono trattenuta per un soffio dal pubblicare un commento ironico direttamente al post. 

Ora, io non ce l’ho affatto con la ragazza che ha pubblicato questa immagine, infatti non l’ho citata, e se dovesse riconoscersi sappia che non è niente di personale. Mi sono presa la libertà di commentare in questa sede il contenuto che ha scelto di condividere per mostrare come a volte si svolgano azioni di comunicazione su Facebook, Twitter &Co con lo scopo di ottenere più visibilità e aumentare le vendite, ma si ottenga l’effetto contrario per via di errori facilmente evitabili con un po di attenzione in più.

E poi, permettetemi di togliermi un sassolino dalla scarpa nell’aggiungere una seconda motivazione al mio post.

Prendere dalla mia rete di conoscenze reali-virtuali questo tipo di esempi non serve solo a dare qualche dritta su cosa fare e cosa non fare quando si cerca di curare i propri profili Social, ma anche a cercare di mettere in luce quanta attenzione, competenza e professionalità servono per comunicare correttamente su questi canali.

Per “mettere roba su Facebook”, vi do ragione, non ci vuole mica un genio, sono capaci tutti. Ma “mettere roba su Facebook” non significa fare Social media marketing, anzi.

Fare Social, stare sui Social, sfruttarli in modo strategico, tutto questo richiede TEMPO, INTUITO, ESPERIENZA e COMPETENZE, tutta roba che va retribuita.

Un pensiero su “Social media: quando chi fa da sé fa (ERRORI) per tre.

  1. Passa tutto ma quel “non” sulla prima riga mi fa mancare l’aria!
    Poi va bhè, il colore della scritta (rosso sbiadito) non è che risalta un gran che sullo sfondo grigio topo.

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