Maschere.

Non sono mai stata una da creme, cremine, maschere idratanti, smalto sulle unghie. Non lo è mia madre, che credo abbia ancora nel beauty case sul comó una palette di ombretti Pupa del 1981 pressoché intatta, e una crema corpo del ’93 ormai diventata materiale isolante edile, di conseguenza non lo sono io.

Mi è sempre parso un’immane spreco di tempo e di soldi, che preferivo spendere entrambi altrove, tipo in libri, ovviamente. Da un po’ di tempo, però, per dirla con Ezra “the age demands”, gli anta si avvicinano, e non posso più ignorare i segni impietosi del tempo che passa.

Ah, se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse, ma è inutile piangere sul latte (detergente) non versato. L’unica politica sensata è cercare di arginare (per quanto possibile) i danni (e contenere anche le parentesi, incidentalmente).

Ho recuperato la mia scatola dei campioncini, avevo circa una quarantina di bustine antirughe di marche diverse, le ho usate tutte. Non so quale funzioni, ma statisticamente ce ne sarà almeno una. Ho comprato su Amazon le maschere idratanti del Dr Jart,

che sono una roba coreana che apri e c’è il telino imbevuto di roba fresca super idratante e rinfrescante, forato per occhi naso bocca e tu te lo schiaffi sul viso e lasci lì una mezz’ora. Il vantaggio è che ai miei figli fa senso vedermi con la maschera in faccia quindi mi lasciano in pace e mi godo circa trenta minuti di totale e assoluto far niente sdraiata supina sul letto, il che in sé è un OTTIMO risultato. Inoltre idratano veramente, la pelle non tira più neanche la mattina dopo. La selling proposition principale resta comunque la prima, il fatto che funzionino, per la sottoscritta, è tipo positive side effect.

Le maschere Dr. Jart però non sono le uniche, visto che ben più grave della situazione faccia è quella capelli, attualmente bruciati per l’intera lunghezza da una permanente andata evidentemente storta. Dopo due vasetti di maschere scaffalistiche Ultra Dolce di Garnier, che non hanno fatto altro che lasciarli appena piu profumati, una costosissima seduta da uno specialista del capello che me li ha asciugati tutti mossi con un chilo di spuma sulla testa così non si vedeva che il trattamento ricostituente non aveva ricostituito niente, e dopo averli tinti di un biondo scuro che così si vede meno, sembra io abbia trovato qualcosa che parrebbe quasi funzionare.

Naturalmente è una maschera, ma l’ho presa in farmacia e pagata dieci volte il prezzo di quelle del super: non ho il minimo scrupolo ad ammettere che per un meccanismo di autodifesa psicologica deve sembrarmi funzionare per forza. Comunque è à base di cheratina ed è di René Furterer, che ha aperto una clinica del capello a Parigi, in Place de la Madeleine.

Ora, a Parigi in Place de la Madeleine c’è anche Fauchon, che è come un Sephora ma di pasticceria. Capelli stupendi e macarons, credo il paradiso si trovi a Parigi, in place de la Madeleine, la mia recherche può finire lì. A proposito di Parigi, ieri su Marie Claire ho trovato, esultando, un campioncino di fondotinta Chanel del mio colore, cosa che succede una volta ogni sei o sette anni, perché mettono sempre toni troppo scuri. Purtroppo però la bustina conteneva abbastanza prodotto per circa 2 centimetri quadrati di pelle a voler esagerare, sospetto che questa cosa sia un po’ una metafora esistenziale.

Questo vacuo e superficiale post sta finendo, e la maschera sta finendo, nel senso che ho i capelli impiastricciati da oltre venti minuti, ed è ora di lavarli e asciugarli.

Quanta fatica mantenere un aspetto umano, se vecchiaia potesse, se gioventù sapesse.

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